Tutto sulla Madonna dei Fusi di Leonardo. Originale perduto? E’ tra repliche e copie?

Con il termine “Madonna dei Fusi” si indica l’opera, dipinta da Leonardo, che fu sicuramente una delle immagini sacre più rappresentative del rinascimento e che ancora oggi rappresenta un “fondamentale” nella storia dell’arte. Sappiamo attraverso il Carmelitano Fra Pietro da Novellara, ambasciatrice di Isabella d’Este, che ne dà anche una breve descrizione, che Leonardo la dipinse nel 1501, durante il suo secondo soggiorno fiorentino. Il genio, che alloggiava presso i serviti nella foresteria laica della Santissima Annunziata la dipinse per il potente segretario del Re di Francia Monsieur Florimond de Robertet.

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Nell’articolo, prezioso, si dà conto anche della recente identificazione del paesaggio oggetto dello sfondo del dipinto, operata da Carlo Starnazzi nel suo: La Madonna dei Fusi e il paesaggio del Valdarno Superiore, ed. Città di Arezzo, 2000.

Purtroppo l’originale di Leonardo è andato perduto e conosciamo l’opera solo attraverso le numerose repliche dei suoi allievi cosicché più che della “Madonna dei Fusi” potremmo dire che presentiamo oggi tutta una serie di “Madonne dei Confusi”*. Anche se potrebbe essere successo che Leonardo abbia supervisionato l’opera di qualche allievo e o possa anche essere intervenuto direttamente nella realizzazione/correzione di un qualche particolare la produzione della sua bottega è di qualità manifestamente inferiore e certo non può essere paragonata con quella del maestro. Le copie possono solo rendere una vaga idea di quel che il maestro poteva aver realizzato.

*La definizione non è nostra, ma di Federico Zeri coniata nell’occasione dell’infelice tentativo di presentazione di una delle tante copie come opera autografa di Leonardo.

“LA MADONNA DEI FUSI DI LEONARDO DA VINCI – tre versioni per la sua prima committenza francese -” In questo ricco ed elegante volume di 144 pagine per 84 euro, Carlo Pedretti e Margherita Melani sostengono essere tre le versioni riconducibili a Leonardo e alla sua cerchia più stretta: la Madonna Reford (Fot.1)