Roberto Manescalchi, storico dell’arte, è considerato uno dei principali studiosi di Piero della Francesca. A lui si devono la ristampa di un manoscritto inedito di Piero e la riscoperta di opere di Giotto, Botticelli, Paolo Uccello, Michelozzo, Morto da Feltre, Leonardo (nel 2005 la sua scoperta dello studio di Leonardo fece il giro del mondo) e Rembrandt.
Nato là dove il Tevere è già «sacro» ma non ancora «biondo», per diciannove lunghi anni si inebria, senza ritegno alcuno, di luci colori e spazi pierfrancescani.
Ancora giovanissimo si smarrisce poi lungamente nei labirinti del magico e sofisticato mondo della grafica.
Spirito assolutamente libertario ed anticonformista è studioso anomalo che pratica l’«eresia» con estrema costanza e disinvoltura.
Insofferente nei confronti della stupidità, spesso legata all’umana condizione, esplicita una raffinata e profonda irriverenza verso ogni forma di ingessatura burocratica e verso qualsivoglia «ordine» o «giudizio» precostituito.
Alle sue innovative metodiche di indagine dobbiamo la possibilità di lettura di molte «pagine nuove» della storia dell’Arte e dell’Architettura.
Assolutamente certo che due più due faccia sempre e comunque quattro è, tuttavia, particolarmente attento a ciò che è sopravvivenza, inquietudine, irrazionale, magico e fiabesco ed è perciò che sostiene infaticabilmente quella ricerca di storia comparata delle idee che ha in Aby Warburg il suo modello ideale.
Nel luglio 1980, Manescalchi, pubblica il suo primo saggio intitolato: Appunti concernenti la fortuna storica del polittico di S. Maria della Misericordia di Piero della Francesca, da allora la sua produzione scientifica conta più di centocinquanta contributi.
Dal 2005 dirige Pagine Nuove di Storia dell’Arte e dell’Architettura.
Da settembre 2013 fa parte del comitato di redazione di Ananke, quadrimestrale di Cultura, Storia e tecniche della conservazione per il progetto.
Elenco delle principali pubblicazioni
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