Cavolate, cavoletti e querce. Cosa resta – in mostre e studi – dell’anniversario di Leonardo?

In conclusione dell’anno del 500° anniversario della morte di Leonardo da Vinci, ci corre l’obbligo (questa rivista è da sempre una sorta di enciclopedia su Leonardo e la sua opera) di un sunto su quanto la “cultura” ha proposto e prodotto in fatto di studi e di mostre. Delle innumerevoli fake news comparse a riguardo del genio e della enorme quantità di improbabili attribuzione e aggiunte alla sua opera non ci va di trattare per più che ovvi motivi. Idem per le mostriciattole sparse in ogni dove dall’ultimo dei supermercati al più piccolo dei musei locali. Unica eccezione Anghiari. Perché il primo in ordine alfabetico, perché è il nostro paese e non possiamo sottacere. Poi, prima ancora, molto prima che nostro, il paese è quello della celeberrima battaglia e crediamo che questa terra con Leonardo abbia non poche affinità elettive. Ci auguriamo con tutto il cuore di non vedere mai più in questo luogo quella “ciofega” (personalissima opinione, che comunque ci pare alquanto condivisa) che niente a a che vedere con Leonardo e che risponde al nome di ‘Tavola Doria’. Recentemente attribuita, più che correttamente, al Poppi (Francesco Morandini)… in Casentino deve stare! Al limite che le nostre istituzioni provvedano a riconsegnarla ai giapponesi e in cambio si facciano dare una superba erotica shunga

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